Come aumentare la redditività di un impianto

Martedì, 06 Giugno 2017

Rifinanziare, super-ammortamento e revamping

Nel 2017 per migliorare la redditività di un impianto fotovoltaico si può potenzialmente agire su 3 leve: allineare il proprio finanziamento alle condizioni di mercato, approfittare delle nuove regole di deduzione a fiscale del costo di acquisizione di impianti fotovoltaici ed agire sulla parte tecnico-prestazionale attraverso interventi cd di revamping. Interessante, ma come? In anticipo allo Speciale Italia che ospiteremo alla prossima Intersolar 2017 lo abbiamo chiesto al nostro esperto.

Oggigiorno, gli investimenti nel mercato secondario del fotovoltaico sono fortemente condizionati dalla possibilità di agire sulle diverse leve di ottimizzazione: sia da un punto di vista finanziario, per esempio attraverso il miglioramento delle condizioni commerciali del mutuo o leasing dell’impianto, sia da un punto di vista tecnico-prestazionale, tramite un intervento di revamping che permetta di incrementare il rendimento e di conseguenza i ricavi.

Per capire cosa significa e quali siano le possibili leve di ottimizzazione di un impianto fotovoltaico nel 2017, abbiamo invitato Lorenzo Nardon, senior advisor di REA Srl, ad aiutare investitori e proprietari di impianti ad approfondire queste opportunità. Lorenzo Nardon sarà disponibile ad incontri di 30 minuti presso lo stand di Milk the Sun a Intersolar il giorno 1 giugno. Nel corso del meeting saranno forniti dettagli di natura tecnico-regolatoria per comprendere il potenziale di miglioramento della redditività, anche con l’ausilio di esempi pratici e caso di studio su impianti “tipo”.

Ottimizzare le condizioni di finanziamento

Nel 2017 uno dei fattori che maggiormente influisce sulla redditività di un impianto fotovoltaico è il piano di ammortamento del proprio mutuo o leasing. Oggigiorno proprietari di impianti si trovano con finanziamenti sovente non più competitivi rispetto alle attuali condizioni di mercato, in un contesto pieno di insidie tra impegni contrattuali, penali di rescissione, garanzie depositate o cd contratti swap.

Le possibilità di ottimizzare le condizioni esistono, ma devono essere opportunamente valutate: da una rinegoziazione dei termini con la propria banca (p.e. estensione temporale del mutuo o riduzione del tasso di interesse); ad una surroga (per i piccoli soggetti); ad una rescissione anticipata del mutuo per stipulare un nuovo contratto di finanziamento (classico mutuo o – per gli impianti/portafogli più grandi – operazioni tipo project o mini-project) ovvero leasing (tramite il sale and lease-back) con un nuovo istituto di credito.

Non esiste una ricetta unica per tutte le taglie: innanzitutto viene condotta un’analisi ad hoc in base alla tipologia del finanziamento e alle condizioni pattuite; in base all’esito si coinvolge il proprio istituto di credito per rinegoziare i termini o, nell’evenienza, valutare la fattibilità ed i potenziali vantaggi dell’accensione di nuove linee di credito con altre banche, tenendo in dovuta considerazione i costi di uscita (anche “nascosti”) dall’attuale contratto.

Gli effetti della circolare 4E dell’AdE e del super-ammortamento sui business plan

Con la circolare 4/E l’Agenzia delle Entrate ha precisato che le disposizioni del cd “super ammortamento”, che consentono di dedurre ai fini delle imposte sui redditi ammortamenti pari al costo di acquisizione del bene aumentato del 40%, sono fruibili anche dalle centrali fotovoltaiche (ed eoliche), limitatamente alle sole componenti «impiantistiche». L’Agenzia precisa che, anche in ragione di un allineamento con la disciplina «Imbullonati», un impianto fotovoltaico può essere suddiviso in:

  • Una componente mobiliare (impiantistica), caratterizzata da un ammortamento con aliquota massima del 9% , strutture di supporto, altri sistemi, etc.).
  • La componente mobiliare degli impianti rientra così nell’ambito applicativo delle agevolazioni del super-ammortamento, in quando consistente in un investimento in beni materiali caratterizzato da un coefficiente di ammortamento non inferiore al 6,5%.

Tale misura avrà sicuramente un interessante impatto negli impianti di nuova realizzazione, ma potrà creare dei benefici anche per gli impianti in esercizio, in due principali ambiti:

  • Ottimizzazione fiscale, aggiornando delle aliquote di ammortamento fiscali in modo da allinearle con l’effettiva vita utile e permettendo così un minor carico fiscale;
  • Applicazione del super-ammortamento negli interventi di revamping sugli impianti, grazie beneficio fiscale addizionale su questi investimenti.

Va specificato come l’applicabilità del super-ammortamento agli impianti esistenti – qualora in assenza di fatture specifiche delle diverse componenti relative alla fase di realizzazione (per esempio nel caso di contratto EPC) – è condizionata alla presenza di una perizia tecnica di stima, che giustifichi la scorporazione civilistica tra le componenti immobiliari e quelle mobiliari.

Le opportunità nel revamping degli impianti

Dopo la recente pubblicazione del nuovo documento tecnico del GSE, che fissa le possibilità di eseguire interventi straordinari senza mettere a rischio le tariffe incentivanti, interessanti opportunità di revamping ed ottimizzazione potrebbero prendere il via.

La competitività delle tecnologie fotovoltaiche oggigiorno consente di valutare interventi di upgrading e revamping con tempi di ritorno di forte interesse (fino a 3-5 anni), anche grazie alla disciplina del super-ammortamento (quando applicabile). I possibili interventi sono vari e da valutare caso per caso, i più interessanti a nostro parere sono i seguenti:

Revamping cabina ed inverter: tramite la sostituzione del sistema cabina-inverter-trafo con un nuovo sistema integrato ad alta efficienza. L’intervento ha un razionale economico nei soli casi in cui gli inverter installati sono di bassa qualità, portando l’intero impianto ad underperformare, risultando in questi casi anche molto interessante, con tempi tra 3-5 anni, ed il vantaggio di poter installare dispositivi che saranno adatti ad avviare gli impianti al mercato del dispacciamento;

Sostituzione moduli: tramite la sostituzione di moduli “problematici” (per es. hot spot, bave di lumaca, etc.) con nuovi moduli, con le medesime caratteristiche elettriche e maggiore efficienza. Un investimento di questo tipo ha tuttavia senso solo in determinate condizioni (impianto con forti underperformance ed alte tariffe);

Integrazione tracker: tramite la modifica delle strutture di supporto dei pannelli, passando dalla classica struttura fissa ad una con inseguitori (mono o bi-assiali), permettendo un rilevante incremento della produzione specifica (fino a +30%). Va specificato che tale intervento necessita di un aggiornamento/rinnovo del titolo autorizzativo, ma può essere caratterizzato da ritorni particolarmente interessanti, con un payback di soli 3-4 anni.